Quando finisce l'amore platonico, allora, atterro sulla realtà disilluso, senilmente e gelidamente alieno come sul serbatoio fungiforme di un acquedotto.
Dilaniandosi, l'uragano s'incarognisce in una rabbiosa consuzione alla quale si avvicenda un'esterrefatta quiete da astinenza cinetica. Una caligine d'erebo sfrigola sullo specchio liquefatto che insegue i densi veli cocenti ed abbaglianti di Fata Morgana prima che sia fatua apparizione di calore.
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