L'ordito che si sfibrò in fili frusti non potrà più respingere la torma dell'inconscio che smatassa soltanto l'orrorre dell'ignoto. Spire su spire non tangono il perpetuo spostamento, ma lo simulano percettivamente nell'illusione dilatata.
L'amarezza si impasta in bocca come una lingua in umido frammista al bolo, la menzogna soverchia ancora l'abbrivio e il torpore mi rende l'oggetto estraneo di una macchina aliena che svapora altrove.
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