La morte, assorta nelle iridi incrinate di invisibile, rinviene in vita da un'apnea di anni con un puzzo nauseabondo.
Dilaniandosi, l'uragano s'incarognisce in una rabbiosa consuzione alla quale si avvicenda un'esterrefatta quiete da astinenza cinetica. Una caligine d'erebo sfrigola sullo specchio liquefatto che insegue i densi veli cocenti ed abbaglianti di Fata Morgana prima che sia fatua apparizione di calore.
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